Quanto costa un videomaker? Come calcolare i prezzi dei video

Il numero di operatori video e dei videomaker, inseriti nel mercato del video marketing e capaci di creare video partendo dalla produzione per arrivare alla post produzione, è in aumento.

Spesso questi operatori sono titolari di una partita Iva e lavorano in autonomia. È naturale che, il saper produrre da zero video di qualità discreta, è una abilità che va valorizza e che questo valore deve essere tradotto in denaro e quindi monetizzato.
Spesso accade che i nuovi addetti alla video produzione, si propongono al mercato gratuitamente o sottocosto allo scopo di riuscire a creare un buon portfolio. Non c’è niente di più sbagliato.

Ad eccezione dei servizi erogati ad amici e a parenti che potrebbero essere forniti gratuitamente a titolo di favore personale, qualsiasi committente è consapevole del fatto che tutto ha un valore e che per ottenere l’erogazione di servizi è necessario pagare un prezzo, determinato dal valore di mercato.

Fatte queste premesse è necessario ribadire che l’espressione ‘fare un video’ non ha un gran significato, se non si tengono presenti alcuni punti fondamentali. Inoltre la tendenza, all’ interno delle aziende di considerare superflui gli investimenti in video produzione e cura dell’immagine social, è estremamente controproducente.

Con la globalizzazione e l’internazionalizzazione dei mercati, si è fatta sempre più rilevante la definizione di una buona immagine e la presenza di una reputazione aziendale all’ interno del web.

Al tal proposito, questo articolo scritto da una casa produttrice di video offre spunti interessanti e indicazioni mirate su come calcolare il costo dei video aziendali. Il prezzo proposto deve essere realistico e il preventivo deve essere credibile. C’è anche un video esplicativo sul tema

Modalità di calcolo della tariffa

Anche nel caso di una prestazione offerta gratuitamente, l’operatore e il committente devono tenere presente che il videomaker si impegna, investe tempo, competenze e risorse. Infatti a prescindere dalla ricompensa economica richiesta, ogni operatore e ogni cliente devono considerare che esistono costi fissi inevitabili: trasporto, manutenzione, materiale consumabile, pulizia, copertura di eventuali danni a terzi.
Oltre a questi, tra i principali oneri da sostenere ritroviamo quelli che servono a tutelare le strumentazione, le quali devono essere acquistate o noleggiate, trasportate, revisionate, riparate e curate.

Il prezzo finale di un video deve comprendere la valutazione economica del tempo, dell’impegno, delle competenze e delle strumentazioni necessarie per l’esecuzione del lavoro. Nel caso di ricorso ad un drone utilizzato per l’inquadratura dall’alto si dovrebbe considerare anche questo elemento.
Si può far ricorso ad uno dei tanti calcolatori disponibili sul web legati al tariffario delle video produzioni, anche se molti di questi sono lontani dalla realtà.

Fatturazione

Il tariffario su base oraria rappresenta il punto di partenza, anche se c’è una grande differenza tra le ore inserite in fattura e le ore realmente lavorate. Le quali possono variare tantissimo se ad esempio vengono incluse le ore impiegate per la preparazione della strumentazione, del setting, la post produzione, oppure se si considerano solo le ore utilizzate per le riprese vere e proprie. Sarebbe consigliabile incrementare la tariffa base nel caso di riprese particolari, complesse, pericolose, come i video ripresi nei cantieri 
Andrebbero anche incluse le ore impiegate alle attività fuori scena, ossia tutto quel tempo dedicato alla mediazione, alla progettazione, pianificazione. Tempo proporzionalmente superiore rispetto a quello richiesto per la registrazione.

È consigliato riuscire a tracciare le ore impiegate per tutte le operazioni amministrazione e di gestione, nonostante queste non siano esplicitamente indicate nella fattura; sarebbe giusto e molto ben accetto l’inserimento di un resoconto minuzioso del tempo occupato per l’intera realizzazione del progetto.
È necessario che le clausole contrattuali includano e chiariscano i costi inseriti in fattura, i servizi inclusi, quali tipologie di pagamento sono ammesse. Tutto va chiarito in anticipo al fine di evitare che possano nascere delle controversie.

Video gratis

In molti casi i videomaker, che si avvicinano per le prime volte al mondo della video produzione, accettano di effettuare lavori gratuitamente, sia che si tratti di creazioni artistiche che musicali. In molti altri casi acconsentono a prestazioni che prevedono solamente un umile rimborso spese, alla luce di un interessante riscontro di visibilità e notorietà. Spesso la partecipazione risulta essere in perdita, dal punto di vista economico, ma questo viene letto come un investimento nella propria carriera.

Questa prassi risulta essere estremamente sbagliata, poiché è necessario addebitare un compenso adeguato in virtù di ogni prestazione. Va ribadito che quando un video è prodotto gratuitamente, l’intero mercato ne risente e ne esce svalutato, soprattutto perché si orientano i clienti potenziali verso figure disposte a lavorare senza compenso pur di farsi notare.

Questa modalità di approcciarsi all’ attività di video produzione implica una minore qualità delle strumentazioni e conseguentemente del video finale ma anche la mancanza di una adeguata copertura assicurativa per la video produzione che possa tutelare le attrezzature, i partecipanti, i terzi e i clienti stessi.  Su questo si rimanda all’articolo di cui sopra sulle assicurazioni.

Ph eric-deeran-unsplash

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